Nel 1956 il geofisico statunitense M.K.Hubbert allertò la comunità finanziaria e il mercato globale del petrolio del prossimo raggiungimento, negli anni ’70, del “picco” di produzione, da parte dei 48 Stati meridionali degli Stati Uniti.
Hubbert riuscì, attraverso un modello matematico, a riprodurre l’andamento delle disponibilità delle risorse fossili:
La storia estrattiva della risorsa non rinnovabile, in condizioni di libero mercato, segue una curva logistica, frutto di una funzione matematica nota come curva di Gauss, una “curva a campana” simmetrica che descrive la produzione annuale di petrolio
in funzione del tempo (tasso di estrazione per unità di tempo).
La curva elabora le conseguenze non solo di fattori geologici, ma anche tecnologici ed economici. Il raggiungimento del picco rappresenta ai responsabili decisionali la necessità di un cambiamento.
“Our ignorance is not so vast as our failure to use what we know”.
Queste le parole con cui il geofisico statunitense attribuiva rilevanza al suo modello astratto sulla futura disponibilità del petrolio.
Oggi i suoi studi sull'andamento dell’estrazione di risorse esauribili sono alla base delle stime geologiche dell’ASPO che raccoglie scienziati di fama internazionale.
K. Deffeyes fu collaboratore di chi immaginò quel grafico a campana.
Non stupisce la sua ironica autoaccusa nell'affermare “ avevamo mezzo secolo per pensare alle alternative e non l’abbiamo fatto”.
Con il picco dovrà avvenire un cambiamento epocale: la consapevolezza per un uso
più razionale di fonti rinnovabili.