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Alcune piante presentano la caratteristica di avere semi ricchi di olio che possono essere estratti, raffinati e, in alcuni casi, dopo raffinazione, frazionati per essere utilizzati (o liquidi o solidi da mantenere allo stato liquido) come combustibili per alimentare gruppi elettrogeni attraverso la
combustione diretta.

      

Queste piante dette oleaginose (soia, colza, girasole, mais, palma ecc.) producono quantità di olio in misura del 35-45% del peso con un notevole potere calorico (fino a 10.000 kcal/kg) sono adatte, per
semplicità di trasformazione ed utilizzazione, alla produzione di energia elettrica ed energia termica con impianti di combustione attraverso motori a combustione interna, con tecnologia molto semplice.

Offrono, inoltre, interessanti opportunità per la riutilizzazione dei sottoprodotti del processo dell'estrazione dell’olio dai semi o frutti; infatti i residui ricchi di materie proteiche sono impiegati come pannello grasso per gli alimenti della zootecnia o nell’industria farmaceutica ed infine le sanse disoleate sono impiegate per la produzione di pellet o per essere bruciate direttamente.

Le biomasse vegetali suddette sono utilizzabili negli impianti che utilizzano motori a combustione interna a condizione che presentino le caratteristiche idonee in termini di contenuti minimi di acqua, impurezze ed acidità.

Le piante oleaginose:

Regioni calde

- Palma da olio
- Cocco
- Arachide
- Cotone

Regioni temperate

- Soia
- Olivo
- Colza
- Girasole

Resa di alcune colture oleaginose:

DENOMINAZIONE      SEMI TONS/HA       RESA IN %      OLIO GREZZO TONS/HA
COLZA 2,6 - 3,0  36-38 0,90 - 1,14
GIRASOLE 2,5 - 4,5  36-38 0,90 - 1,70
SOIA 2,9 - 4,2  36-38 1,00 - 1,50
JATROPHA 3,5 - 5,0  30-38 1,05 - 1,90
PALMA     4,50 - 6,00







Le biomasse liquide o solide mantenute allo stato liquido idonee ad essere impiegate negli impianti a fonti rinnovabili con motori a combustione interna sono pertanto gli oli vegetali puri e cioè gli oli non trattati chimicamente, ricavati dalle sanse oleaginose solo attraverso processi di spremitura e

raffinazione con metodi fisici, e le biomasse solide da mantenere allo stato liquido (stearine) ricavate per frazionamento con metodi fisici degli oli raffinati.

Fino ad oggi la opinione corrente è che gli oli vegetali, per diventare un biocarburante, dovessero passare per un processo di trans-esterificazione per ottenere un carburante denominato Biodiesel.


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